Immagini Messa in Onore a San Nicola di Tolentino

Immagini Messa in onore a San Nicola di Tolentino Santa Fe (Argentina) Lunedi 10 settembre 2012 Parrocchia "Agustinos Recoletos"
(Entrega de los panecillos di San Nicola foto4)



Marche Argentina Uruguay E Capital 2012


Record di progetti pervenuti in E Capital. 148 idee di nuovi affari di Argentina ed Uruguay sono stati presentati in ECapital 2012. 
La quarta edizione di ECapital, il concorso per giovani imprenditori provenienti da Argentina ed Uruguay, ha 
ricevuto 148 progetti di business, un numero che segna un record storico di partecipazione da quando ha iniziato nella regione nel 2006, il che conferma che la regione è uno spazio con grande spirito imprenditoriale. Il grande numero di progetti proposti è un chiaro segno del crescente interesse dei giovani in Argentina ed Uruguay interessati a portare avanti le proprie aziende.

Tra i lavori presentati in questo numero, il 43% sono progetti legati alle nuove tecnologie, il 28% a servizi, il 27% alla produzione ed il resto a progetti sociali. 
 Si evidenziano idee di business legati all’applicazione di tecnologie per la produzione di industrie che promuovono economie regionali, come nuove colture, prodotti alimentari e agroindustria. Allo stesso modo, si sottolineano le proposte per servizi tessili, di intrattenimento e professionale. 
 I giovani universitari provenienti da diversi settori hanno un forte spirito imprenditoriale che merita di avere gli strumenti adeguati per facilitare la generazione di nuovi business che derivino poi in una crescita economica produttiva per entrambi i paesi.
 (Nella foto, una delle sessioni di formazione)
F: M, C.P

Viaggio alle Marche luglio 2012 "Un dialogo fra due Culture"

"Un dialogo fra Due Culture- Argentina , Italia 2012"
Un'esperienza unica ed indimenticabile sul viaggio e le vacanze culturali alle Marche raccontate da quaranta alunni della Scuola Leonardo da Vinci (IPEI). Istituto scolastico bilingue di Santa Fe (Argentina) presieduta per il Dott. Fernando Pallotti (Articolo Soc Sportiva Unión di Santa Fe luglio 2012)

 

Messa in Onore a San Giuseppe da Copertino


L’ “Associazione Marchigiana Santa Fe” invita per domani, martedì 18 settembre 2012, alle 19 ore, nella chiesa San Giovanni Battista (Ituzaingó e Sarmiento), alla celebrazione della Santa  Messa in onore di San Giuseppe da  Copertino, conosciuto nel mondo come il Santo degli Studenti.
Si ricorda che il quadro con l'immagine del Santo fu donato dai frati di Osimo (Le Marche-Italia) alla “Associazione Marchigiana Santa Fe”  nel 1997, e portato da lí  per i dirigenti di quel tempo, per la sua invocazione.
Come è saputo, l'Istituzione scelse alla chiesa di San Giovanni Battista, per essere “Quartiere Candioti” il Maggiore insediamento dei marchigiani in questa città.
Nella celebrazione, si ricorderà che il 3 agosto  2006 si realizzò un gemellaggio virtuale -il primo nel mondo - tra la Basilica di Osimo -dove si venera al Santo-  e la Parrocchia San Giovanni Battista di Santa Fe, per cui la Messa sarà “un'antenna spirituale”  tra entrambe  comunità.


Biografia
Giuseppe da Copertino, al secolo Giuseppe Maria Desa (Copertino, 17 giugno1603  Osimo, 18 settembre 1663), fu un religioso italiano appartenuto all'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Fu proclamato santo da papa Clemente XIII nel 1767.
Nacque il 17 giugno 1603 da Felice Desa e Franceschina Panaca a Copertino (pressoLecce), in una stalla, ancora esistente nel suo stato primitivo.
A sette anni iniziò la scuola, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla. A 15 anni avviene la guarigione, attribuita alla Madonna della Grazia di Galatone (Lecce). Durante la malattia aveva pensato di farsi sacerdote francescano: gli mancava però la dovuta istruzione. Sentendosi protetto da un'assistenza divina, si mise con impegno sui libri e superò gli esami con successo: il 18 marzo 1628 fu ordinato sacerdote a Poggiardoe quindi oggi viene venerato dai cattolici come protettore degli studenti.
Per 17 anni visse nel Santuario della Madonna della Grottella in Copertino. Amava tantissimo la Madonna che soleva chiamare «La Mamma Mia».
A causa dei miracoli che gli venivano attribuiti e delle estasi che lo portavano a compiere voli, subì due processi del Sant'Uffizio, che lo relegarono dapprima in Assisi (1639-1653), poi a Pietrarubbia e, infine, a Fossombrone (Pesaro 1653-1657), in isolati conventi-romitori dei Frati Cappuccini.
Il 9 luglio 1657 fu restituito ai suoi confratelli e destinato ad Osimo dove morì. Il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato.

l Santo dei voli 

Nella devozione cattolica viene chiamato il santo dei voli, a motivo della levitazione che secondo le cronache del tempo avrebbe compiuto in stato di estasi e che gli procurarono il processo dinanzi al Sant'Uffizio per abuso di credulità popolare, dal quale però venne assolto.

Il Santo degli studenti 

Viene anche indicato come il santo degli studenti, perché venne consacrato sacerdote dopo il difficile superamento degli esami, superamento considerato prodigioso per le difficoltà da lui incontrate nonostante l'impegno profuso nello studio; per questo viene invocato dagli studenti cattolici durante gli esami.

La preghiera dello studente 

Al riguardo, nelle immaginette realizzate con approvazione ecclesiastica e dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali viene riportara la preghiera dello studente:

O san Giuseppe da Copertino,
amico degli studenti e protettore degli esaminandi,
vengo ad implorare da te il tuo aiuto.
Tu sai, per tua personale esperienza,
quanta ansietà accompagni l'impegno dello studio
(degli esami) e quanto facili siano il pericolo
dello smarrimento intellettuale e dello scoraggiamento.
Tu che fosti assistito prodigiosamente da Dio
negli studi e negli esami
per l'ammissione agli Ordini sacri,
chiedi al Signore
luce per la mia mente e forza per la mia volontà.
Tu che sperimentasti tanto concretamente
l'aiuto materno della Madonna,
Madre della speranza,
pregala per me,
perché possa superare facilmente
tutte le difficoltà negli studi e negli esami.
Amen.
F: Wikipedia.


Misa en Honor de San José de Cupertino


Hoy martes 18 de septiembre de 2012  a las 19,00 hs,  en la Iglesia de San Juan Bautista (Ituzaingó y Sarmiento) – Santa Fe;  se celebrará una Misa en  honor de San José de Cupertino, conocido en el mundo como el  Santo de los Estudiantes.
Se recuerda que el cuadro con la imagen  del Santo fue donado por los frailes de Osimo (Le Marche-Italia) a la “Asociación Marchigiana Santa Fe”  en 1997, y traído desde allá por  los directivos de entonces, para su advocación.
Como es sabido, la Institución eligió a la Iglesia de San Juan Bautista, por ser Barrio Candioti el mayor asentamiento de los marchigianos en esta ciudad.
En la celebración se recordarà que el 3 de agosto del 2006, se  realizò un hermanamiento virtual –el primero en el mundo- entre la Basílica de Osimo, donde se venera al Santo y la Parroquia de San Juan Bautista de Santa Fe, por lo cual la Misa serà una antena espiritual entre ambas comunidades.   

Biografia

San José de Cupertino, o Copertino, cuyo nombre al nacer era Giuseppe Desa (17 de junio de 1603 - 18 de septiembre de 1663) fue un fraile italiano, santo de la Iglesia Católica. Es considerado patrón de los viajeros en avión, los aviadores, los mentalmente discapacitados y los estudiantes (por las dificultades que tuvo cuando estudiaba).
A los 17 años pidió ser admitido de franciscano pero no fue admitido. Pidió que lo recibieran en los capuchinos y fue aceptado como hermano lego, pero después de ocho meses fue expulsado porque era en extremo distraído. Posteriormente ingresó como mandadero en el convento de los padres franciscanos. Pronto con su humildad y su amabilidad, con su espíritu de penitencia y su amor por la oración, se fue ganando la estimación y el aprecio de los religiosos, y en 1625, por votación unánime de todos los frailes de esa comunidad, fue admitido como religioso franciscano.
Lo pusieron a estudiar para prepararse al sacerdocio, pero en los exámenes no era capaz de responder. Llegó uno de los exámenes finales y Fray José la única frase del evangelio que era capaz de explicar completamente bien era aquella que dice: «Bendito el fruto de tu vientre Jesús». Pero al empezar el examen, el jefe de los examinadores dijo: «Voy a abrir el evangelio, y la primera frase que salga, será la que tiene que explicar». Y salió precisamente la única frase que el Cupertino se sabía perfectamente: «Bendito sea el fruto de tu vientre». En el examen definitivo en el cual se decidía quiénes sí serían ordenados. Y los primeros diez que examinó el obispo respondieron tan maravillosamente bien todas las preguntas, que el obispo suspendió el examen diciendo: «¿Para qué seguir examinando a los demás si todos se encuentran tan formidablemente preparados?» y de esta manera aprobó los exámenes José de Cupertino. Todas estas circunstancias o casualidades fueron después atribuidas a designios de Dios.
En 1628 fue ordenado sacerdote en Poggiardo; durante 10 años ejerció el sacerdocio en Copertino, atrayendo pronto a multitudes de peregrinos.
Vida Religiosa y Mística
Según cuentan, entraba en éxtasis en numerosas ocasiones. Cuando estaba en éxtasis lo pinchaban con agujas, le daban golpes con palos, y hasta le acercaban a sus dedos velas encendidas y no sentía nada. Lo único que lo hacía volver en sí, era oír la voz de su superior que lo llamaba a que fuera a cumplir con sus deberes. Cuando regresaba de sus éxtasis pedía perdón a sus compañeros diciéndoles: «Excúsenme por estos ataques de mareo que me dan». Según la tradición católica, estaba dotado con el don de lalevitación, siendo el primer santo en número de manifestaciones de dicho fenómeno (en su proceso de canonización se registran más de setenta casos de levitación ocurridos solamente en la villa de Cupertino o sus alrededores). En una época de su vida, llegaron a ser tan frecuentes estos fenómenos que sus superiores tuvieron que excluirle del cargo de hebdomadario en el coro, pues en contra de su voluntad, interrumpía las ceremonias de la comunidad con sus vuelos cuando se encontraba en estado de éxtasis. Muchos enemigos empezaron a decir que todo esto eran meros inventos y lo acusaban de engañador. Fue enviado al Superior General de los Franciscanos en Roma y luego frente al Sumo Pontífice Urbano VIII el cual deseaba saber si era cierto o no lo que le contaban de los éxtasis y de las levitaciones del frailecito. Se cuenta, que hablando con el Papa entró en éxtasis y levitó, siendo visto por el mismo papa Urbano VIII. El príncipe protestante Federico de Brunswick también vio las levitaciones y quedó tan impresionado por el fenómeno, que no solamente se convirtió al catolicismo, sino que ingresó en la orden franciscana, a la que pertenecía este santo.
Fue beatificado el 24 de febrero de 1753, siendo papa Benedicto XIV. El 16 de julio de 1767 es canonizado por el papa Clemente XIII. Su festividad se celebra el 18 de septiembre. Fue nombrado patrono de los cosmonautas por el don de la levitación.
F: Wikipedia.



Misa en honor San Nicolás de Tolentino


La Asociación Marchigiana Santa Fe invita a la misa en honor a San Nicolás de Tolentino, el santo marchigiano. patrono de las almas del purgatorio, la misma se celebrará hoy lunes 10 de septiembre de 2012 a la hora 19,00.- en la parroquia San José –Agustinos Recoletos, de Santa Fe, sita en calle Santiago del Estero Nº 3048.

Biografía del Santo

Este santo recibió su sobrenombre del pueblo en que residió la mayor parte de su vida, y en el que también murió. Nicolás nació en San Angelo, pueblo que queda cerca de Fermo, en la Marca de Ancona, (actual Regione Marche –Italia) hacia el año 1245. Sus padres fueron pobres en el mundo, pero ricos en virtud. Se cree que Nicolás fue fruto de sus oraciones y de una devota peregrinación que hicieron al santuario de San Nicolás de Bari en el que su madre, que estaba avanzada en años, le había rogado a Dios que le regalara un hijo que se entregara con fidelidad al servicio divino. En su bautismo, Nicolás recibió el nombre de su patrón, y por sus excelentes disposiciones, desde su infancia se veía que había sido dotado con una participación extraordinaria de la divina gracia.

Cuando era niño pasaba muchas horas en oración, aplicando su mente a Dios de manera maravillosa. Así mismo, solía escuchar la divina palabra con gran entusiasmo, y con una modestia tal, que dejaba encantados a cuantos lo veían. Se distinguió por un tierno amor a los pobres. Era un niño de excepcional piedad.Desde su infancia se decidió a renunciar a todo lo superfluo, así como practicar grandes mortificaciones, y, desde temprana edad, adoptó el hábito de ayunar tres días a la semana, miércoles, viernes y sábados. Cuando creció añadió también los lunes. Durante esos cuatro días solo comía una vez por día, a base de pan y agua.

Su mayor deleite se hallaba en leer buenos libros, en practicar sus devociones y en las conversaciones piadosas Siendo aún un joven estudiante, Nicolás fue escogido para el cargo de canónigo en la iglesia de Nuestro Salvador.

Con estos deseos de entregarse por entero a Dios, escuchó en cierta ocasión un sermón, de un fraile o ermitaño de la orden de San Agustín, sobre la vanidad del mundo, el cual lo hizo decidirse a renunciar al mundo de manera absoluta e ingresar en la orden de aquel santo predicador. Esto lo hizo sin pérdida de tiempo, entrando como religioso en el convento del pequeño pueblo de Tolentino.

Nicolás hizo su noviciado bajo la dirección del mismo predicador e hizo su profesión religiosa antes de haber cumplido los 18 años de edad. Lo enviaron a varios conventos de su orden en Recanati, Macerata y otros. En todos tuvo mucho éxito en su misión. En 1271 fue ordenado sacerdote por el obispo de Osimo (Ancona) en el convento de Cingoli.

Su ardor en el apostolado y en la oración

Durante los últimos treinta años de su vida, Nicolás vivió en Tolentino( provincia de Macerata) y su celo por la salvación de las almas produjo abundantes frutos. Predicaba en las calles casi todos los días y sus sermones iban acompañados de grandiosas conversiones. Solía administrar los sacramentos en los ancianatos, hospitales y prisiones; pasaba largas horas en el confesionario. Sus exhortaciones, ya fueran mientras confesaba o cuando daba el catecismo, llegaban siempre al corazón y dejando huellas que perduraban para siempre en quienes lo oían.

También, con el poder del Señor, realizó innumerables milagros, en los que les pedía a los recipientes: "No digan nada sobre esto. Denle las gracias a Dios, no a mí." Los fieles estaban impresionados de ver sus poderes de persuasión y su espiritualidad tan elevada por lo que tenían gran confianza en su intercesión para aliviar los sufrimientos de las almas en el purgatorio. Esta confianza se confirmó muchos años después de su muerte cuando fue nombrado el "Patrón de las Santas Almas".

El tiempo en que podía retirarse de sus obras de caridad, lo dedicaba a la oración y a la contemplación. Nicolás de Tolentino fue favorecido con visiones y realizó varias sanaciones milagrosas.

Pruebas

Nuestro Señor, por su gran amor a Nicolás, quiso conducir al santo a la cumbre de la perfección, y para ello, lo llevó a ejercer la virtud de distintos modos. Nicolás padeció por mucho tiempo de dolores de estómago, así como malos humores.

Los Panes Milagrosos

Hacia los últimos años de su vida, cuando estaba pasando por una enfermedad prolongada, sus superiores le ordenaron que tomara alimentos más fuertes que las pequeñas raciones que acostumbraba ingerir, pero sin éxito, ya que, a pesar de que el santo obedeció, su salud continuó igual. Una noche se le apareció la Virgen María, le dio instrucciones de que pidiera un trozo de pan, lo mojara en agua y luego se lo comiera, prometiéndole que se curaría por su obediencia. Como gesto de gratitud por su inmediata recuperación, Nicolás comenzó a bendecir trozos de pan similares y a distribuirlos entre los enfermos. Esta práctica produjo favores numerosos y grandes sanaciones.

En conmemoración de estos milagros, el santuario del santo conserva una distribución mundial de los "Panes de San Nicolás" que son bendecidos y continúan concediendo favores y gracias.

Última enfermedad

La última enfermedad del santo duró un año, al cabo de la cual murió el 10 de septiembre de 1305. Su fiesta litúrgica se conmemora el mismo día. Nicolás fue enterrado en la iglesia de su convento en Tolentino, en una capilla en la que solía celebrar la Santa Misa.

Su veneración

En el cuarentavo año después de su muerte, su cuerpo incorrupto fue expuesto a los fieles. Durante esta exhibición los brazos del santo fueron removidos, y así se inició una serie de extraordinarios derramamientos de sangre que fueron presenciados y documentados.

El santuario no tiene pruebas documentadas respecto a la identidad del individuo que le amputó los brazos al santo, aunque la leyenda se ha apropiado del reporte de que un monje alemán, Teodoro, fue quien lo hizo; pretendiendo llevárselos como reliquias a su país natal. Sin embargo, sí se sabe con certeza que un flujo de sangre fue la señal del hecho y fue lo que provocó su captura. Un siglo después, durante el reconocimiento de las reliquias, encontraron los huesos del santo, pero los brazos amputados se hallaban completamente intactos y empapados en sangre. Estos fueron colocados en hermosas cajas de plata, cada uno se componía de un antebrazo y una mano.

En el correr de los siglos

Nicolás de Tolentino fue canonizado por el Papa Eugenio IV, en el año 1446. Hacia finales del mismo siglo XV, hubo un derramamiento de sangre fresca de los brazos, evento que se repitió 20 veces; el más célebre ocurrió en 1699, cuando el flujo empezó el 29 de mayo y continuó hasta el 1ro. de septiembre. El monasterio agustino y los archivos del obispo de Camerino (Macerata) poseen muchos documentos en referencia a estos sangramientos.

Dentro de la Basílica conocida como el Santuario S. Nicolás Da Tolentino, en la Capilla de los Santos Brazos, del siglo XVI, se encuentran reliquias de la sangre que salió de los brazos del santo. En un cofre ubicado encima del altar de plata, se halla un cáliz de plata del siglo XV, que contiene su sangre. Una urna del siglo XVII, hecha de piedras preciosas, tiene en exhibición, detrás de un panel de vidrio, el lino manchado de sangre que se cree que fue la tela que usaron para detener el flujo que hubo en el momento de la amputación.

Los huesos del santo, con excepción de los brazos, estuvieron escondidos debajo de la basílica hasta su redescubrimiento en 1926, fecha en que los identificaron formalmente y los pusieron en una figura simulada, cubierta con un hábito Agustino. Los brazos incorruptos, todavía en sus cubiertas o cajas de plata del siglo XV, se hallan en su posición normal al pie de la figura. Las reliquias se pueden apreciar en un relicario bendecido por el Papa Pío XI.

San Nicolas fue uno de los santos (junto a San Juan Bautista y San Agustín), que vinieron del cielo para llevar a Santa Rita de Cascia al convento. Ella también fue de la orden agustina.




Seguidores