Santa Fe- Argentina: Sábado 10 de septiembre
de 2016, a la hora 19,00 , Misa en Honor a San Nicolás de Tolentino, el santo
marchigiano patrono de las almas del Purgatorio, por las almas de socios y
familiares de la Asociación Marchigiana Santa Fe- Argentina ( evento que forma
parte del 22ª aniversario) al finalizar el mismo, se entregarán los panecillos bendecidos por el Sacerdote.
Iglesia San José Agustinos Recoletos, Santiago del Estero 3048, Santa Fe
Argentina.
Biografia Nicola da
Tolentino
Un santo
popolarissimo non soltanto nelle Marche, ma in tutta Italia, è un asceta, un
severo penitente che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, sapeva
trasfondere gioia. Nato nel 1245 a Castel Sant’Angelo in Pontano, nel
Maceratese, sugli undici-dodici anni entrò come oblato – cioè senza obbligo di
voti - tra gli Eremitani di Sant’Agostino. Più tardi venne accolto nell’Ordine
e, dopo il noviziato a San Ginesio, completò gli studi di teologia a Tolentino
e a Cingoli, dove fu ordinato sacerdote nel 1269. Da allora la comunità
agostiniana di Tolentino divenne centro di irradiazione di un apostolato
instancabile nel territorio marchigiano tra i vari conventi dell’Ordine che lo
accoglievano nel suo itinerario di predicatore. Anche le regole monastiche più
severe alleggeriscono di solito certi obblighi (lunghe preghiere, digiuni) per
chi è in viaggio o è costretto fuori sede; lui invece non si fece mai sconti,
alternando le preghiere alle penitenze più rigide: si batteva, soprattutto il
venerdì, con verghe e flagelli; non mangiò mai carne, uova, latticini e frutta;
il solo cibo fu verdura e brodaglia di legumi senza condimento; digiunava a
pane e acqua il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato e durante la Quaresima
tutti i giorni eccetto la domenica. Il santo è anche una delle figure più
significative tra gli apostoli del confessionale, dove passava lunghe ore ad
ascoltare i penitenti, in Quaresima dall’alba fino all’ora di vespro senza
nutrirsi. Per i poveri, i malati e i disperati era sempre disponibile: non gli
bastava “portare” aiuto, voleva “essere” l’aiuto, anche con la sua persona,
grazie alla sua capacità di promotore della comunicazione e della convivenza.
Morì a Tolentino il 10 settembre 1305. Nonostante la diffusa fama di miracoli
ottenuti per sua intercessione, la canonizzazione, a causa delle vicende della
Chiesa (l’esilio del papa ad Avignone e lo Scisma d’Occidente) si ebbe soltanto
il 5 giugno 1446
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