Santa Fe: Miembros de la Asociación Marchigiana Santa Fe realizaron una donación de un retrato de Padre Matteo Ricci

El mismo estará ubicado en la Sala de Matemáticas que llevará su nombre en el Colegio de los Jesuitas “Inmaculada Concepción” de Santa Fe.

En un sencillo y emotivo acto desarrollado recientemente en el Colegio Inmaculada Concepción de Santa Fe, miembros del consejo directivo de la Asociación Marchigiana Santa Fe, Enrique Pallotti, Alberto Bevilacqua y Fernando H. Pallotti, hicieron entrega de una réplica del cuadro “Retrato de Padre Matteo Ricci”, realizado -el original- por Emmanuel Pereira en el año 1610. La obra fue recibida por el rector del establecimiento, padre Leonardo Nardín SJ, quien, ante un nutrido grupo de alumnos y docentes, realizó una semblanza del misionero jesuita marchigiano. Dicho cuadro ha sido ubicado en la sala de Matemática que llevará su nombre, pues el padre Ricci, introductor del cristianismo en China, fue además destacado astrónomo, cartógrafo y matemático. El acto estuvo enmarcado en conmemoración del IV Centenario de la muerte del Padre Matteo Ricci. El sacerdote jesuita llegó a escribir con fluidez en chino, firmando obras sobre religión. También participó, junto al matemático chino Xu Guangqi, en la primera traducción al chino de los Elementos de Euclides.

Fuente: Diario EL Litoral de Santa Fe noviembre 2010
http://www.ellitoral.com/index.php/diarios/2010/11/11/informaciongeneral/INFO-01.html

Video:
http://www.youtube.com/watch?v=TUqzgduiXlA

Il presidente Napolitano a Macao per la mostra della Regione Marche su Matteo Ricci

Il governatore Spacca: “Un onore per tutti i marchigiani”

La mostra di Macao prolungata fino al 7 novembre

“Un onore per tutti i marchigiani e un significativo riconoscimento alla figura di un figlio della nostra terra: Padre Matteo Ricci”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha accolto la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oggi al Macao Museum of Art, alla mostra dedicata al missionario marchigiano realizzata dalla Regione Marche sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana. Spacca ha voluto portare a Macao il saluto di tutta la comunità marchigiana al Capo dello Stato che ha già dimostrato in diverse occasioni di essere particolarmente legato alla nostra terra. E legato anche alla figura di Padre Matteo Ricci, che il presidente Napolitano ha voluto omaggiare non solo visitando la mostra ma anche deponendo, due giorni fa, una corona sulla sua tomba. Erano presenti alla visita del presidente Napolitano, accanto al governatore, il curatore della mostra Filippo Mignini e il dirigente del servizio Internazionalizzazione della Regione Marche Raimondo Orsetti.
Accompagnato dalla moglie Clio e dal figlio, il presidente Napolitano ha dimostrato grande interesse per le opere esposte e ha espresso particolare apprezzamento per l’allestimento realizzato al Macao Museum of Art. Sotto la guida del presidente Spacca e del curatore Mignini, il capo dello Stato ha potuto ammirare le opere italiane e cinesi esposte e di fronte ai pezzi provenienti dalla regione ha rilevato che questa mostra è una vera festa delle Marche. L’attenzione del presidente è stata in particolare per il modo in cui l’allestimento riesce a restituire la metodologia utilizzata da Matteo Ricci per far incontrare le due culture, quella italiana e quella cinese. Grande attenzione anche per la più grande carta geografica universale composta da Ricci e stampata a Pechino nel 1603: la “Misteriosa Mappa visiva delle due forme” (Liangyi xuanlan tu), esposta in prima assoluta a Macao.
“Matteo Ricci. Incontro di civiltà nella Cina dei Ming” è la mostra che la Regione Marche ha voluto dedicare, nel 400° anniversario della sua scomparsa, alla figura del missionario gesuita (Li Madou nella traslitterazione in cinese del nome Ricci) che nel Paese asiatico gode di una fama pari solo a quella di Marco Polo. Un evento, quello al quale ha voluto essere presente il presidente Napolitano, che cade non a caso nell’Anno culturale della Cina in Italia e nel quarantennale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Popolare cinese. “La visita del Capo dello Stato – ha aggiunto Spacca – suggella oggi nel migliore dei modi lo sforzo organizzativo e l’impegno che la Regione ha profuso nell’allestimento dell’evento, iniziativa culturale che contribuisce a rafforzare i legami tra Italia e Cina, in una fase di grande vitalità nella storia dei rapporti tra i due Paesi. L’aver inserito la tappa di Macao nella visita ufficiale in Cina, definita dallo stesso presidente Napolitano missione di forte amicizia, di profondo e reciproco riconoscimento, di condivisa assunzione di responsabilità per un mondo migliore, consolida ulteriormente il ponte ideale che le Marche hanno voluto costruire in questi mesi grazie alla mostra e ne rafforza quindi il significato. Le parole usate dal Capo dello Stato per ricordare questa straordinaria figura, definita modello di relazioni rispettose delle diversità, sono il modo migliore per sottolineare la forza del suo messaggio. Matteo Ricci è un marchigiano che in estremo Oriente portò lo spirito della propria terra, ma l’accoglienza ricevuta in Cina nel corso delle varie tappe della mostra, testimonia come questa figura appartenga a tutta l’Italia e al mondo e come il suo messaggio di pace sia ancora oggi di grande attualità. Il nostro intento, in occasione del 400^ anniversario della morte di padre Matteo Ricci è quello di ricordare la forza delle idee, la cultura, la ricchezza intellettuale di questo gesuita maceratese che riuscì a fare breccia nella corte imperiale cinese e ricevette l’onore mai concesso prima ad uno straniero, di essere seppellito lì. Da un maggior approfondimento dell’opera di Matteo Ricci potremo trovare conforto, ispirazione e forza per affrontare le sfide che un mondo sempre più grande ci pone. In questo forse il metodo di Li Madou ci potrà essere d’aiuto, con il rigore di una disciplina che riconosce i doveri prima dei diritti, fondandosi sul coraggio personale, sulla ricerca e sullo studio che fa crescere la conoscenza, sul dialogo senza pregiudizi che rispetta ogni persona”.
Inaugurata il 7 agosto, l’esposizione di Macao è l’ultima tappa dell’itinerario avviato il 6 febbraio scorso al Capital Museum di Pechino, proseguito allo Shanghai Museum (dal 2 aprile al 23 maggio) prima e al Nanjing Provincial Museum di Nanchino poi (dal 4 giugno al 25 luglio). Visto il grande successo di pubblico anche per l’allestimento di Macao, la mostra è stata prolungata fino al 7 novembre.
F: 31 ott 2010

La antigua China comenzó a conocer la cultura europa a través de este hombre: Matteo Ricci


. Este jesuita maceratese mostró por primera vez a la Corte del Emperador las matemáticas, el calendario europeo y el mapa del mundo. Con motivo del 400 aniversario de su muerte, el Vaticano le hace un homenaje con la exposición: Padre Matteo Ricci Entre Roma y Pekín.

Misionero incansable y prodigio intelectual su obra todavía se estudia en los libros de historia chinos. Tras los pasos de San Ignacio de Loyola y San Francisco Javier, Matteo Ricci llegó a Goa en 1578, después de seis meses de viaje.

De allí se trasladó a Zhaoqing donde comenzó un intenso estudio del chino y elaboró la primera obra cartográfica de China en la que se incluían Europa, África y América. En 1589 le expulsaron y se dirigió a Shaozhou, donde enseñó matemáticas a intelectuales. Además tradujo importantes obras de la historia al chino como el Tratado de la amistad.

Matteo Ricci quería llegar a toda Asia, así que intentó entrar en Pekín con la ayuda de un importante Mandarino. Tuvo que esperar seis años para llegar a la capital. El emperador le permitió la entrada en el año 1601 debido a su gran popularidad.

No sólo consiguió entrar en Pekín, sino que además es recibido en la Ciudad Prohibida. No vio nunca al emperador, porque ninguno podía encontrarlo. Pero el emperador tenía mucha curiosidad por conocerlo. Dicen que los familiares del emperador no sólo le escucharon, sino que además se convirtieron.

Y es que el nombre de Matteo Ricci se extendía por Asia. La clave de su éxito fue que formó parte de la cultura china viviendo y vistiendo como ellos. Esto provocó suspicacias entre hombres de Iglesia hasta que en 1939 Pío XII lo rehabilitó oficialmente y lo puso de ejemplo para todos los cristianos.

También tuvo que soportar el desprecio de los chinos, ya que criticaba con dureza a budistas y tahoistas.

Pero gracias a su incansable trabajo por los asiáticos, no sólo consiguió que muchos se convirtiesen al cristianismo, sino que su legado, todavía hoy, es un punto de unión entre Oriente y Occidente.
Matteo Ricci es muy estimado y querido en China. Tanto como para representar un punto formidable de encuentro y de diálogo. En torno a él cristianos y asiáticos pueden entenderse, pueden encontrase.

Con el fin de dar a conocer la figura y obra de Matteo Ricci, el misionero jesuita que vivió en China a fines del año 1,500, el Instituto que lleva su nombre realiza una exposición abierta desde el 19 julio hasta el 5 de octubre en Macerata, ciudad natal del sacerdote. La exposición, titulada “Padre Mateo Ricci en Pekín. Europa en la Corte de los Ming”, reconstruye la vida de Ricci, quien nació en 1552 y murió en Pekín en 1610, siendo el primer europeo que introdujo en China la filosofía, ciencia, teología y arte occidental y primer occidental que aprendió a hablar y a escribir a la perfección la lengua china.
En declaraciones a la agencia Fides, el Profesor Filippo Mignini, director del Instituto Matteo Ricci y creador del proyecto, señaló que “lo que Ricci puede dar a la Iglesia y a la sociedad de hoy es una lección de gran apertura y respeto de las cultura con las que se entra en contacto, como ha hecho la Iglesia después del Concilio hablando de ‘inculturación’”.
Luego, Mignini explicó que “Ricci consideraba a China como un mundo dotado de plena dignidad, tradición y cultura. Dejó en herencia a la Iglesia y a todo hombre una sabiduría en la relación con el otro”.
Al referirse a la exposición, Mignini indicó que está organizada en tres secciones principales: la primera ilustra todo el patrimonio cultural del que se nutrió Ricci, desde las cartas clásicas de ciencias humanas a los tratados científicos y a la teología; la segunda profundiza en algunos temas como la relación de la cultura occidental y de la fe cristiana con las religiones chinas (confucionismo, budismo, taoísmo) y con el arte chino.
En la tercera parte –continuó– se encuentran las obras escritas del misionero jesuita en chino, además de dibujos y objetos del literato chino.
Más adelante, el profesor sostuvo que entre los valiosos fragmentos de la muestra está la primera edición china del “Catecismo”, titulado “Verdadera explicación del Señor del Cielo”.
Asimismo, Mignini afirmó que tiene mucha importancia la “Enciclopedia de Historia natural considerada en relación con el arte de curar”, que consiste en un manuscrito con páginas ilustradas en acuarela, en 16 volúmenes de la época Ming.
Finalmente, el profesor informó que la muestra se trasladará a Roma en octubre próximo para formar parte del “Vittoriano”, espacio de exposiciones dedicado a las grandes figuras de personajes italianos.

Culminó con éxito la XVII Fiesta de las Colectividades 2010

Fue anoche ante un imponente marco de público. Se estima que unas 65.000 personas pasaron por la Estación Belgrano durante las dos jornadas de esta tradicional fiesta cultural organizada por el Gobierno de la ciudad y la Asociación Santafesina de Colectividades.
Culminó anoche, y de forma exitosa, una nueva entrega de la tradicional Fiesta de las Colectividades de Santa Fe. Pese al calor de toda la jornada y a la nutrida agenda cultural que había en toda la ciudad la convocatoria fue excepcional: unas 65.000 personas disfrutaron de las diferentes propuestas de esta Fiesta que, durante todo el fin de semana y por segundo año consecutivo, tuvo lugar en la emblemática y recuperada Estación Belgrano. La disposición de los elementos en el espacio, los pulmones abiertos para el descanso del público, la distribución de los stands culturales y gastronómicos y la colocación del escenario sobre la cara norte de la Estación, cerrando la puesta general, permitió que el tránsito de los visitantes fuera fluido y dinámico.
Las puertas de la Fiesta se abrieron en el mediodía santafesino y se cerraron pisando la 1.30 de la no menos agobiante madrugada del lunes. Durante todo el día la atención estuvo fundamentalmente puesta sobre los puntillosos stands culturales que recibían a los visitantes en la misma entrada a los andenes, los talleres, las salteadas presentaciones de grupos artísticos de las colectividades y en los puestos de comidas ‘típicas’ que comenzaban a calentar sus cocinas para la explosión gastronómica posterior. Pasadas las 20, el escenario mayor atrapó las miradas de los espectadores ya que desde entonces comenzó la precisa actuación de la Banda Sinfónica Municipal “Ciudad de Santa Fe” que, conducida por la batuta del maestro Juan Rodríguez y con colaboración del subdirector Carmelo Amarillo, ofreció un contundente espectáculo que contó, incluso, con la presentación de solistas santafesinos.
Tras la presentación del revalorizado cuadro artístico, comenzaron a desfilar los diferentes grupos de las colectividades protagonistas, hasta que la noche llegó a su fin y los visitantes, poco a poco y satisfechos en todo sentido, abandonaron la Estación.
El dulce sabor del éxito obtenido dotó de fuerzas a los exhaustos organizadores para desmontar la puesta; las luces se apagaron y las Fiesta bajó el telón hasta el año entrante.


Satisfacción

Tanto desde el Gobierno de la ciudad como desde la Asociación Santafesina de Colectividades se mostraron “felices y satisfechos” por la manera en que se desarrolló la Fiesta. En este sentido, el secretario de Cultura municipal, sostuvo que “se superaron con creces las expectativas que teníamos, sobre todo comparativamente al año pasado. Todas las facetas fueron resueltas de manera solvente y efectiva: la organización previa, las propuestas artísticas, los stands culturales, la oferta gastronómica y el montaje general fueron claves para que la convocatoria haya alcanzado ese número”.
En este sentido, el Presidente de la Asociación de Colectividades , además de coincidir con el secretario, puso énfasis en “el marco brindado por la Estación Belgrano: las obras generales de puesta en valor y las acciones puntuales desarrolladas para este fin de semana posibilitaron el crecimiento exponencial de la Fiesta; realidad reflejada tanto en la satisfacción de todos los actores involucrados como en la felicidad de los rostros de decenas de miles de personas que, pese al calor y a la nutrida oferta cultural que había en toda la ciudad, se dieron cita allí”. A su vez, Fridman remarcó “el trabajo codo a codo llevado a cabo junto con el Gobierno de la Ciudad y la labor ad honorem de más de 900 santafesinos representantes de las 40 instituciones que, a través de las 13 colectividades, participan de la Fiesta”.
Finalmente, el secretario destacó que el “cierre de la Fiesta fue brillante: las presentaciones de los grupos de cada colectividad fueron muy interesantes y la Banda Sinfónica Municipal ofreció una contundente y maravillosa actuación. Realmente, en todo sentido, estamos muy satisfechos por el resultado. Continuaremos trabajando de forma mancomunada con la Asociación para continuar afianzando y dándole impulso a esta propuesta, tan arraigada en la cultura santafesina”.

http://www.santafeciudad.gov.ar/noticia/culmino_exito_xvii_fiesta_colectividades

La Fiesta de las Colectividades 2010

Los días 6 y 7 de noviembre de 2010 , se llevará a cabo en Santa Fe, una nueva edición de la Fiesta de Colectividades, destacada por ser el evento popular más importante de nuestra ciudad.

Por segundo año consecutivo, la Estación Belgrano será el escenario que se vestirá de fiesta para albergar a los distintos países participantes. Sobre los rieles del ex ferrocarril, cada una de las colectividades pondrá de manifiesto sus bailes típicos y su gastronomía étnica, mixturados con el color y el sabor que los inmigrantes trajeron a esta tierra, junto con sus sueños y sus esperanzas.

Con el objetivo de ir creciendo día a día y a los efectos de brindar una mayor comodidad a aquellos que concurran, en familia, a nuestra fiesta, este año se dispondrá de la totalidad de la nave de la estación (140 metros de largo por 70 metros aproximadamente).
El evento contará con su habitual estructura organizativa:

Stands Culturales: Los países o regiones participantes muestran elementos propios de cada cultura representada. Desde aquí cada una de las colectividades difunde las costumbres y tradiciones de su pueblo. Se realizan talleres de artesanías y se dictan charlas informativas. Este año 2010 el stand de Italia será organizado por la escuela IPEI "Leonardo da Vinci" del Club Atlético Unión de Santa Fe.
Stands Gastronómicos: Los visitantes degustan las comidas y bebidas de cada país o región. El público tiene la posibilidad de presenciar clases gastronómicas étnicas en vivo.
Bailes y Cantos Típicos: Sobre un flamante escenario principal se ofrece al público en general espectáculos continuados de los bailes y cantos folklóricos. (pueden consultar la programación en la web)
Otras actividades: A partir de las 13:30 hs del día domingo 7 habrá, espectáculos de bailes con chicos con capacidades diferentes, talleres de Gastronomía Bailes, Manualidades y Artesanías Típicas , proyecciones de videos.

209 trabajos se presentan en el Encuentro de Jóvenes Investigadores

Más de 290 jóvenes investigadores de Santa Fe presentan sus trabajos bajo la modalidad de póster en el marco del XIV Encuentro de Jóvenes Investigadores de la UNL y V Encuentro de Jóvenes Investigadores de Universidades de Santa Fe. El propósito es promover en la comunidad universitaria el interés por la investigación.

El XIV Encuentro de Jóvenes Investigadores de la Universidad Nacional del Litoral (UNL) y el V Encuentro de Jóvenes Investigadores de Universidades de Santa Fe se desarrollan en el Predio UNL-ATE. Los objetivos de estas iniciativas están orientados a generar un espacio que permita la presentación de trabajos de investigación, la difusión y el intercambio de conocimiento entre jóvenes investigadores de las universidades participantes. Para este encuentro se aceptaron 209 trabajos de investigación presentados por casi 300 jóvenes de la región.
El acto de apertura contó con la presencia del vicerrector de la UNL, Miguel Irigoyen; el decano de la Universidad Tecnológica Nacional Facultad Regional Santa Fe (UTN-FRSF), Rudy Grether; la secretaria de Ciencia y Técnica de la UNL, Erica Hynes; su par de la Universidad Católica de Santa Fe (UCSF), Graciela Mancini; y la secretaria de Educación de la Federación Universitaria del Litoral (FUL), Pamela Huels. Las actividades continuarán todo el día de hoy hasta las 19 que está previsto el acto de cierre.
“La UNL sigue defendiendo los valores reformistas con los que nació en el sentido de que sigue siendo la universidad el lugar donde se privilegia la idea, el saber, el conocimiento y el espíritu crítico por encima de cualquier otro tipo de interés”, manifestó Irigoyen en su discurso de apertura.

Más Información:
www.unl.edu.ar/noticias/noticia.php?nid=7679

Padre Carlo Horatii da Castorano

sintesi bio-bibliografica
di Elisa Calvaresi

VITA

Antonio Horatii nasce il 20 maggio 1673 a Castorano, nella diocesi di Ascoli Piceno. Muta il nome in Carlo una volta indossato l'abito religioso nel convento di S. Maria di Teramo dei Minori Osservanti di S. Francesco.
Padre Carlo Horatii da Castorano opera in Cina, come instancabile missionario con il nome di (Kang He Zi), dal 1700 al 1733, e per un ventennio come fidato collaboratore e vicario generale del vescovo di Pechino, Padre Bernardino della Chiesa.
Nel periodo 1707-1728 è l unico francescano attivo, tra i missionari di Propaganda Fide, nella diocesi di Pechino (che comprendeva le province Shandong e Zhili).
Vive gli anni cruciali della questione dei riti cinesi, sostenendo fermamente la posizione degli ordini mendicanti: predicare l autentica religione cristiana, condannando a tutti i costi le pratiche ed i precetti confuciani.
È proprio nella disputa sui riti che riveste un ruolo di primaria importanza. Padre della Chiesa infatti affida a lui il compito di pubblicare agli avversi gesuiti di Pechino i decreti pontifici del 1704 e 1710 e la costituzione Ex illa die del 1715, regolanti le missioni cristiane in Cina. Risulterà dunque, per i padri della Compagnia di Gesù, un personaggio estremamente scomodo, da infangare ed ostacolare.
Ma le ingiurie subite non fanno che rendere Padre Horatii ancora più tenace nel difendere la sua posizione nella questione dei riti.
Non si perderà d animo neanche quando, per eccessivo zelo apostolico, finirà nelle carceri imperiali, trasportato per le vie di Pechino su un carretto ed immobilizzato da nove catene o quando i padri gesuiti lo diffameranno pubblicamente nel libello Informatio pro veritate.
La decisione di tornare in Italia sarà dovuta soprattutto alle inaccetabili permissioni che il legato pontificio Ambrogio Mezzabarba aveva concordato con l imperatore Kangxi, le quali andavano a ledere l autorità delle direttive della Santa Sede riguardo la disputa sui rituali confuciani.
continua: link:
www.tecut2.it/castorano/index.php?action=index&p=697

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