Santa Fe (Argentina) : Messa in onore a San Nicola da Tolentino

Santa Fe – Argentina- Misa in Onore a San Nicola da Tolentino Jueves 10 de septiembre a la hora 19,00. Santa Fe- Argentina: Jueves 10 de septiembre de 2015, a la hora 19,00 , Misa en Honor a San Nicolás de Tolentino, el santo marchigiano patrono de las almas del Purgatorio, por las almas de socios y familiares de la Asociación Marchigiana Santa Fe- Argentina ( evento que forma parte del 21ª aniversario) al finalizar el evento, se entregarán estampitas del Santo y los panecillos bendecidos por el Sacerdote. Iglesia San José Agustinos Recoletos, Santiago del Estero 3048, Santa Fe Argentina. Biografia Nicola da Tolentino, un santo popolarissimo non soltanto nelle Marche, ma in tutta Italia, è un asceta, un severo penitente che, contrariamente a quanto si potrebbe credere, sapeva trasfondere gioia. Nato nel 1245 a Castel Sant’Angelo in Pontano, nel Maceratese, sugli undici-dodici anni entrò come oblato – cioè senza obbligo di voti - tra gli Eremitani di Sant’Agostino. Più tardi venne accolto nell’Ordine e, dopo il noviziato a San Ginesio, completò gli studi di teologia a Tolentino e a Cingoli, dove fu ordinato sacerdote nel 1269. Da allora la comunità agostiniana di Tolentino divenne centro di irradiazione di un apostolato instancabile nel territorio marchigiano tra i vari conventi dell’Ordine che lo accoglievano nel suo itinerario di predicatore. Anche le regole monastiche più severe alleggeriscono di solito certi obblighi (lunghe preghiere, digiuni) per chi è in viaggio o è costretto fuori sede; lui invece non si fece mai sconti, alternando le preghiere alle penitenze più rigide: si batteva, soprattutto il venerdì, con verghe e flagelli; non mangiò mai carne, uova, latticini e frutta; il solo cibo fu verdura e brodaglia di legumi senza condimento; digiunava a pane e acqua il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato e durante la Quaresima tutti i giorni eccetto la domenica. Il santo è anche una delle figure più significative tra gli apostoli del confessionale, dove passava lunghe ore ad ascoltare i penitenti, in Quaresima dall’alba fino all’ora di vespro senza nutrirsi. Per i poveri, i malati e i disperati era sempre disponibile: non gli bastava “portare” aiuto, voleva “essere” l’aiuto, anche con la sua persona, grazie alla sua capacità di promotore della comunicazione e della convivenza. Morì a Tolentino il 10 settembre 1305. Nonostante la diffusa fama di miracoli ottenuti per sua intercessione, la canonizzazione, a causa delle vicende della Chiesa (l’esilio del papa ad Avignone e lo Scisma d’Occidente) si ebbe soltanto il 5 giugno 1446

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